I Druidi, Pitagora, il tracio Zalmoxis e lo scita Abari
Sul fatto che i Druidi insegnassero che l’anima è immortale non vi sono discordanze tra gli studiosi. Non v’è, al contrario, concordanza sulla metempsicosi. Vediamo, dunque, di approfondire l’argomento.
Se consideriamo i Druidi eredi anche della cultura basca, dobbiamo prendere in esame, in rapporto all’anima e all’Aldilà, l’idea di Adur, ovvero del legame tra le cose e le loro rappresentazioni.
“La forza magica Adur – scrive in proposito Carlo Barbera – è la consapevolezza che ogni cosa esistente in questa dimensione possiede un corrispondente vibratorio che appartiene ad un’altra dimensione, connessa alla prima da precisi vincoli causali che le rendono fra loro come il soggetto e l’immagine di esso riflessa nello specchio. Addentrarsi nella mitologia basca significa essere consapevoli che il mondo non termina dove noi crediamo e che ciò che noi definiamo realtà potrebbe essere solo una parziale immagine riflessa di una realtà multidimensionale, inimmaginabile e fantastica che sembra essere, appunto, quella dell’antico mondo dei Baschi”. [i]
Le testimonianze dei contemporanei sono tali da indurre a pensare che i Druidi non solo ritenessero l’anima immortale, ma anche trasmigrante da un corpo all’altro.
Giulio Cesare (De Bello Gallico, VI – 13-34) sostiene che “il punto essenziale” della dottrina druidica “è l’immortalità dell’anima” e aggiunge che i Druidi “insegnano che dopo la morte essa passa in altri corpi”. Il seguito del testo nell'allegato Pdf.