La luce e le tenebre
Una riflessione del Grande Oratore, Fratello Silvano Danesi, sul tema del rapporto tra la luce e le tenebre.
Del rapporto tra la luce e le tenebre.pdf
Perché Giovanni?
Intervento del Grande Oratore nell'occasione della celebrazione del Solstizio d'Inverno nella R:.L:. Table d'Emeraude all'Oriente di Taranto.
"René Guénon pone un interrogativo assai interessante.
In un articolo dal titolo: "A proposito di costruttori del Medioevo", scrive: "Non è senza ragione che Giano, presso i Romani, fosse insieme il dio dell'iniziazione ai misteri e il dio delle corporazioni artigiane; non è parimenti senza ragione che i costruttori del Medioevo conservassero le due feste solstiziali dello stesso Giano, feste divenute, col Cristianesimo, quelle dei due San Giovanni, d'inverno e d'estate; e quando si conosca il nesso esistente fra San Giovanni e l'aspetto esoterico del Cristianesimo, non si comprende immediatamente che in effetti si tratta sempre della stessa iniziazione ai misteri, pur celata sotto un nuovo adattamento richiesto dalle circostanze e dalle «leggi cicliche»?".[i]
La Massoneria, erede della Tradizione iniziatica delle corporazioni di artigiani, conserva, importati nella sua ritualità, come dimostra quella odierna, il senso profondo dell'iniziazione ai misteri e la chiave di comprensione del nesso esistente tra la ritualistica massonica e gli antichi misteri che risiede nel Vangelo di Giovanni, il quale, aperto sull'Ara, dà avvio ai lavori dei tre gradi simbolici.
Tentiamo, quindi, di dare alcune risposte possibili all'interrogativo posto da René Guénon".
Il testo nel pdf allegato.
Apollo e Diana
Orazione del Fr:.Silvano Danesi, Grande Oratore e Gran Maestro Aggiunto, nel corso di una Tornata della R:.L:.Libero Pensiero all'Oriente di Brescia nella Valle del Mella.
Vorrei iniziare questa riflessione sul tema proposto per questa Tornata: "Queste città innalzarono templi agli dèi. Il primo fu dedicato ad Apollo e Diana", tratto dal Rituale di Compagno, con le parole di un sacerdote di Apollo, vissuto tra il primo e il secondo secolo d.C.: Plutarco di Cheronea, il quale concluse la propria vita nel santuario apollineo di Delphi.
Scrive Plutarco nel suo: "De Iside et Osiride": "…non esiste sacrificio, non esiste azione che riesca gradita agli dèi quanto possedere la corretta opinione sulla loro natura: solo così potrai sfuggire alla superstizione, che è un male certo non inferiore all'ateismo stesso".
E, a proposito della filosofia alla quale venivano iniziati re e sacerdoti egizi, Plutarco aggiunge: "Questa è quasi del tutto mascherata da miti e ragionamenti che lasciano intravedere soltanto un'oscura apparenza della realtà: ed è senz'altro per indicare questa caratteristica della loro filosofia che davanti ai templi i sacerdoti collocano le sfingi, a significare cioè che la loro teologia è intessuta di sapienza enigmatica". (De Iside et Osiride).
E' necessario, pertanto, prima di entrare nel vivo del tema, ossia prima di tentare di avere una corretta opinione sulla natura degli dèi citati nel rituale, premettere alcune questioni di metodo...... Il testo prosegue nel pdf allegato.
La resurrezione di Hiram
In allegato il pdf con il testo di un'Orazione del Grande Oratore tenuta al termine di una Tornata della R:.L:. Libero Pensiero all'Oriente di Brescia nella Valle del Mella.
Li versi strani
Orazione del Grande Oratore svolta durante una tornata della R:.L:.Libero Pensiero all'Oriente di Brescia, nella Valle del Mella.
Vorrei porre alla vostra attenzione alcune questioni di metodo e di sostanza in relazione al tema proposto:
"O voi che avete gl'intelletti sani,
Mirate la dottrina che s'asconde
Sotto il velame delli versi strani".
Il testo nel pdf allegato.